L'autore affronta posizioni che non condivide, da un punto di vista ultraconservatore o di destra reazionaria, e le presenta in modo distorto o concentrandosi su casi limite, costruisce argomenti fantoccio e li attacca, pretendendo di aver dimostrato il buon senso del suo punto di vista in confronto a quello dei progressisti e di chi difende i diritti delle minoranze. Ritiene che nelle sue vene scorra una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare ... ma 2 sono personaggi mitici , l'unico figlio maschio del terzo era stato ucciso in Egitto prima di diventare adulto; oltretutto da una nota biografica pare che il generale sia ligure e gli antichi liguri secondo alcuni studiosi era una popolazione non indoeuropea, non parente dei latini. Si mostra superficiale nel collegare l'italianità ai tratti somatici e non alla cultura acquisita nascendo e crescendo in Italia e aderendo ai valori della Costituzione italiana. Sui diritti di chi affronti un ladro nella propria abitazione è in linea con le posizioni della destra populista, senza una disamina approfondita delle questioni giuridiche connesse. Il libro può piacere a una parte degli italiani, a chi cerca conferma di opinioni popolari in Italia negli anni '50 su temi come famiglia ed alcune minoranze e preferisca ignorare teorie sviluppate negli ultimi 60 anni dalle scienze umane e sociali.
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